Si tratta, di ex militari di leva o volontari che, pur rimanendo dei civili, fanno parte di una "riserva" pronta ad entrare in azione, soprattutto in caso si debba difendere la propria nazione.
I riservisti, non sono generalmente considerati quali parte integrante di un esercito permanente. L'esistenza di un corpo di riservisti, comunque, consente allo stato di risparmiare sulle spese militari in tempi normali, consentendo al contempo, di aumentare velocemente la capacità di approntamento in caso di guerra.
Le riserve, aggiornate periodicamente, possono aumentare notevolmente le capacità operative di un esercito, solo nel caso di una reale necessità.
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| Esercitazione di riservisti finlandesi |
Magari, un raduno mensile, la domenica, potrebbe essere un modo per raddoppiare, solo nel caso servisse, la capacità difensiva del nostro valido esercito nazionale.
Un esercito che comunque, negli anni, ha visto diminuire costantemente l'organico, i reggimenti, le risorse...
Questa semplicissima idea, è non solo economica, ma anche di grande utilità sociale e strategica.
Si pensi ad esempio alla possibilità di mobilitare, in casi di calamità naturale, i riservisti al fianco della Protezione Civile...
Ci sono moltissimi motivi per attuare questa idea, e nessuna controindicazione; su base volontaria, potremmo raddoppiare la consistenza del nostro esercito, da impiegare solo in casi estremi.
Un momento di aggregazione, ed una possibilità in più, per reagire in casi di reale necessità.
Credo che il momento, sia giusto per ragionarci su.
Quasi tutte le potenze occidentali, hanno i riservisti; l'Italia, de facto, NO.
Come al solito, risentiamo di certe filosofie che, nel nostro paese, hanno fatto tanto male; non si spiega altrimenti, questa nostra ennesima carenza.
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