Le foto del militare, le vado a cercare, nei momenti di maggior sconforto, come stasera, ad esempio...
Come questa vecchia foto, scattata a fine agosto 1990 a Orvieto, durante il CAR...
Ma guardate, che "faccette fresche" !
Faccette che, in pochi mesi ne combinarono di tutti i colori; ed io, quella mattina, proprio non lo avrei mai detto...
Dopo soli pochi mesi, beh, le nostre facce erano molto cambiate, noi, eravamo cambiati...
Ci sono momenti, che non dimentichi mai, come quella prima mattina che mi svegliai ad Orvieto e non capii, per pochi istanti, dove fossi...
Ci sono momenti, di cui ricordi gli odori, i colori, le sensazioni, fin nei minimi particolari, e, in quei particolari momenti, ci sono vicino a te persone che condividono con te tutto, o forse niente.
Che siano momenti sgraditi o meno, per me, sono sempre gemme preziose "quei momenti"; foto mentali da riporre e non nella valigetta, ovviamente. Durante la naja, ne collezionai a centinaia, di questi momenti, al punto di farmi pensare, oggi, "mamma mia, quanto ero VIVO" !!!
Momenti vividi, dove le difficoltà, la fatica, lo stress sembrano sopraffarti; eppure, proprio in quei frangenti, puoi sul serio incontrare persone che sono per certi versi di più degli amici, eppure amici non sono...
Sono i compagni d'armi, oppure, ad esempio, lo possono essere compagni di scalata, di cordata insomma; ma sempre persone che vivono insieme a te, momenti difficili...
Una cosa diversa, dagli amici, quelli con cui condividi momenti di forte impegno fisico e mentale !
La cameretta, III Compagnia "Palermo" |
Ho capito, in quella ed in altre esperienze, che portate al limite le persone possono dare il meglio, o il peggio di se.
E se è vero che poche mele marce possono rovinare tutto, è pur vero e sempre, che la maggioranza degli individui, riescono a legare e fare la differenza, il più della semplice somma di individui...
I legami, poi, creano identificazione, e quindi un gruppo molto coeso; più grande è la difficoltà, più coeso, poi, diventa quel gruppo temporaneo a cui va questo ricordo...
E' un concetto sociologico, che io ho vissuto sulla mia pelle; e non solo coi fratelli d'arma.
Significò molto, per me, quell'anno da Granatiere di Sardegna.
Io, che sicuramente non diedi del mio meglio, sotto certi punti di vista, confermai comunque a me stesso, la mia capacità di rimanere dentro, nel profondo, quella persona onesta, pulita e forte, che da sempre voglio essere.
Magari non fui soldato disciplinato, questo no; ma semmai ci fosse stato un conflitto, una situazione difficile e pericolosa, beh, non solo sarei stato sereno su me stesso, ma anche su gran parte dei miei commilitoni, su gran parte della compagnia e del battaglione...
E state certi, che mi rendo ben conto di quel che dico.
Questa è una sensazione che ebbi allora, con quelle persone, in quel contesto; si, c'era la spia, l'infame ed il ladrone, sicuramente.
Ma il gruppo, in situazioni difficili sul serio, sono certo, avrebbe retto perchè nei mesi, le difficoltà, divennero il collante, lo stress il tuo amico, il fuciliere vicino a te, uno di cui ti devi fidare, per forza di cose. Soprattutto quando si spara assieme, correndo e lanciando granate...
Quei compagni d'armi, per quanto fossero una compagnia a termine, per quanto, lo ripeto, condividemmo niente, o forse tutto; beh, li ho sempre nel cuore.
Altare della Patria... |
Così come ho sempre a cuore il battaglione che fu, l'Arma che ancora è ed il ricordo della polvere, del fango, della pioggia. Sempre con me, il ricordo della polvere da sparo e del sudore speso assieme, del complesso minore a luglio, dei VCC, delle parate, del Presidente Cossiga, unica personalità a salutare i ligi Granatieri sulla porta del Quirinale.
Sempre con me, la solenne guardia, al Milite Ignoto e le interminabili giornate passate assieme al buio, al freddo, così come di giorno, sotto il sole cocente...
Ricordi e nostalgie degli anta ?!
Forse, perchè i vent'anni non torneranno mai più; ma anche tanta fierezza per quei ragazzi con i quali condivisi un anno di stasi, di attesa, di limbo affollato da molteplici difficoltà, dovuta soprattutto all'urto con una autorità continuamente presente e pressante.
E a nessuno, questo, può piacere; a me, ancor meno che cerco coerenza ed autorevolezza, sempre ed ovunque...
Ma fu anno, ripensandoci oggi, anche di valore, di poesia, vita ed onore...
Generazioni come la mia, ossequiose della Costituzione repubblicana, onorarono ogni mattina e sera e per 365 giorni la Bandiera, per imparare poi, ad onorarla tutta la vita, nonostante il dolore che si annida, oggi, sotto a quella Bandiera...
Quei ragazzi, anzi, quegli uomini, oggi, hanno ancora dentro quel qualcosa in più, che tutti noi insieme fummo: un gruppo di ragazzi che, tutti insieme, affrontano un lungo anno di dovere.
Un battaglione di Granatieri di Sardegna, insomma...
Il nostro Capitano, beh, su questo ci azzeccò; lo aveva detto e non gli avevo creduto, "ricorderete sempre"...
Spero di non aver annoiato nessuno e che uno di quelle poche centinaia di allora, qui passando, ripensi a ciò che fummo noi tutti, semplicemente stando insieme per qualche mese, alla caserma Gandin...
Pensate solo, amici miei, che quando ho un momento di sconforto, mi basta ricordare quei giorni e subito mi sento la grinta tornare insieme a quella cara vena di pazzia, con la quale affrontai quel fatidico anno... Ne potessi riavere metà di quella pazzia di allora !!!
Concludo, con il grido sempre valido per me e per quei pochi di allora, concludo con un: Gloria, gloria ai Granatier !!!
Quel piccolo disegno, è l'unico scampato di quelli che facevo, in quell'anno...
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