Allora, per non guardare all'oggi e men che mai al domani, non mi rimane che guardare al passato.
E, per noi italiani, il passato è sempre un riferimento piacevole, quasi in ogni campo.
Come per la musica, ad esempio. Stasera propongo un vecchio pezzo, cantato tanti anni fa, da Dalla e De Gregori, una poesia cantata nella nostra lingua che, difficilmente potrebbe essere tradotta in un altra.
Qui di seguito, il testo.
Per ricordare, di NOI, italiani, di quegli anni...
Cosa sarà
Cosa sarà che fa crescere gli alberi la felicità
che fa morire a vent'anni anche se vivi fino a cento
cosa sarà a far muovere il vento a fermare il poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane o un bacio non dato
Cosa sarà
che ti svegli al mattino e sei serio
che ti fa morire ridendo di notte all'ombra di un desiderio
Cosa sarà
che ti spinge ad amare una donna bassina e perduta
la bottiglia che ti ubriaca anche se non l'hai bevuta
Cosa sarà che ti spinge a picchiare il tuo re
che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c'è
Cosa sarà che ti fa comprare di tutto anche se è di niente che hai bisogno
Cosa sarà che ti strappa dal sogno
Cosa sarà
che ti fa uscire di tasca dei no non ci sto
ti getta nel mare e ti viene a salvare
Cosa sarà
che dobbiamo cercare
che dobbiamo cercare
Cosa sarà che ci fa lasciare la bicicletta sul muro
e camminare a sera con un amico a parlare del futuro
Cosa sarà questo strano coraggio o paura che ci prende
e ci porta ad ascoltare la notte che scende
Cosa sarà quell'uomo e il suo cuore benedetto che sceso dalle scarpe e dal letto
si è sentito solo e come un uccello che in volo si ferma e guarda giù.
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