L’ hovercraft è un veicolo sostentato da un "cuscino
d'aria" e mosso da una o più eliche; un veicolo estremamente
versatile, essendo in grado di muoversi su diverse superfici.
Può essere in grado di spostarsi a velocità superiori ai 150 km/h.
Realizzato in varie forme, esistono
hovercraft che raggiungono i 57 metri di
lunghezza come quelli da sbarco russi della Classe Zubr.
Viene usato per uso dilettantistico, soccorso
e militare per la sua rapidità di lancio, la sua velocità e soprattutto per la
sua versatilità nell'attraversare superfici di differente composizione (terra,
acqua, ghiaccio).
Al momento non esiste normativa Mondiale per
la definizione dettagliata di "Veicolo a cuscino d'aria".
Secondo alcuni autori, tecnicamente, un
hovercraft può essere classificato come appartenente alla classe degli aeromobili ed in tale ambito, può essere quindi
definito come un' aerodina a sostentazione per reazione diretta (il citato "cuscino d'aria")
ed in parte alla classe delle imbarcazioni,
anche se non ha eliche immerse in acqua.
Le origini storiche di questo mezzo, sono
incerte, anche se è chiaro che solo con la produzione industriale, e con le
prime eliche intubate, si riuscì, a ridosso degli anni 60, del secolo scorso,
ad avere il primo mezzo di facile impiego, l’SR-N1 impiegato nella navigazione
del Canale della Manica…
Il successo commerciale di questo mezzo, che
consentiva l’attraversamento del canale in sole due ore, diede impulso alla
ricerca ed ai successivi sviluppi, come l’aggiunta di “tubi gonfiabili”, “ventole
cilindriche” inglobate nello scafo ed altre soluzioni vincenti.
Nell’estate del 1961 cominciò il servizio
regolare di collegamento nelle coste settentrionali del Galles, per il
trasposto passeggeri, il Vickers VA3, mosso da due motori a turboelica, di
fatto fu il primo utilizzo di massa.
Tra il 1970 ed il 2002, nella Manica, prestò
invece servizio l’SRN4, il più grande hovercraft per il trasporto passeggeri,
poi soppiantato per una serie di cause concomitanti (apertura del tunnel, e
costi di manutenzione/carburanti)…
Se i costi di manutenzione, e quelli del
carburante, hanno rallentato l’ascesa dell’hovercraft in ambito civile e
commerciale, ciò, non ha comunque impedito il suo utilizzo in ambito militare.
Gli americani, con i LCAC, ed i russi, con i
giganti classe Zumro e Katalyna, ancora oggi, dimostrano la validità di questi
mezzi.
I mezzi russi, soprattutto, sono delle
piccole fortezze, che offrono indubbi vantaggi tattici, potendosi approssimare
alle coste, dove scaricare mezzi ed uomini, come si può vedere nel filmato.
Attualmente gli hovercraft sono molto
diffusi, ad ogni latitudine sia per uso civile che militare; vengono usati come
traghetti, come mezzi di lavoro su laghi, fiumi, paludi, delta, come mezzi di
soccorso in mare ed acque interne, ma anche su fiumi ghiacciati, e mezzi di
sbarco per truppe e mezzi militari…
Altissime velocità, facile manovrabilità,
grandi capacità di carico, molteplicità di utilizzo, indifferenza ed
insensibilità alle asperità delle superficie percorse, invisibilità ai radar e
sonar, nelle versioni militari, unite all'ormai basso costo di manutenzione,
fanno dell'hovercraft un mezzo unico ed insostituibile.
Al momento c'è un numero crescente di
ditte specializzate nella costruzione di hovercraft costruiti con le stesse
tecniche dei grossi hovercraft che garantiscono funzionalità ed affidabilità
d'uso.
L'hovercraft rimane prima dello Shuttle l'ultima
invenzione del XX secolo nel sistema dei
trasporti e non va a sostituire la barca, l'idrovolante o l'elicottero ma si
pone come mezzo polifunzionale da utilizzare per il passaggio su superfici di
diversa natura, senza lasciare "solchi" e soprattutto nel rispetto dell’ecosistema
e nel risparmio del costo energetico a parità di
distanza percorsa da altri mezzi.
Mezzo prezioso in caso di alluvioni, per
il soccorso ed il trasporto su ogni tipo di superficie, o quasi.
Chissà cosa ci riserva il futuro, anche
se, l’uso che ne faceva Luke Skywalker, non ci sembra più probabile, in un
momento di nuovo rincaro per i carburanti…
Ma chi può dirlo.
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