venerdì 20 febbraio 2015

Full Metal Jacket di Stanley Kubrik

Il nome Kubrik, è quasi sempre sinonimo di capolavoro; sicuramente, ciò è vero nel film "Full Metal Jacket"...
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Full_Metal_Jacket.jpg

In questo specifico capolavoro, lo spettatore vive l'ansia vera della recluta, passando per le grida disumane ed i coloriti insulti, prodotti in rapida successione, del leggendario, Sergente Hartman e finendo poi in guerra...

E' clamorosamente vero, questo spaccato di addestramento, questa "violenza" che scorre a fiumi, la stessa che porta "palla di lardo" al suicidio, si, ma anche tanti ragazzi, a combattere l' offensiva del Têt, come consumati veterani...

Mi rendo tristemente conto, che è l'addestramento, la fase più delicata della formazione di un combattente. Non c'è la pratica della guerra, ma si fa la pratica dello stress, della violenza psicologica e dello stare insieme, in tutto questo.

La fornace di soldati, consiste da sempre sul tirare al limite il corpo, e, soprattutto, la mente; qualcosa che sembra, gratuita violenza, serve a mandare, poi, degli uomini in guerra...

O ti pieghi o ti spezzi; disciplina, ma anche ansia somministrata sapientemente in quantità industriali; il tutto, teso a modificare caratteri, orientamenti, uomini, che devono diventare, in tempi rapidissimi, qualcosa di diverso, qualcosa di costantemente orientato a raggiungere i limiti, dell' umano. 

 

L'addestramento, che abbiamo visto in numerosissimi film, serve sempre e solo a rendere le persone, civili, semplicemente dei soldati "pronti per"...
Naturalmente, parlo dell'addestramento di veri soldati operativi, in questo caso, del corpo dei Marines americani...

Così funziona, da sempre; laddove si creano combattenti.

E posso assicurare che una persona, per quanto pacifica, tranquilla, per indole e modi, sotto un duro addestramento cambia e di molto.
Ognuno, può diventare, altro da se; da quel se che in tempi normali, si costruisce lentamente, intorno a certezze, speranze e modalità diverse di interazione con l'ambiente.

Qui, il microcosmo militare, dell'addestramento, assume grazie al Sgt Hartman, una clamorosa e tangibile, vicinanza con la realtà.

 

Perchè il concetto stesso di tempo, si modifica, non è più tuo, ma del sergente istruttore, degli allarmi, dei piccoli incarichi da espletare alla perfezione e tutto poi sa di fango, pioggia e sudore.

E l'unica cosa a cui puoi aggrapparti, è che non sei solo; ci sono i tuoi compagni, la tua squadra, il tuo plotone, la tua compagnia...

E', poi, scientificamente provato, che quanto è più duro l'addestramento, tanto più elevato sarà il senso di appartenenza di cui la recluta, successivamente fante, o marines, sarà portatore...
Così, come fosse quasi un gioco, dove è vietato sorridere, si forma un combattente e la sua unità di combattimento, un combattente, ma pure un soldato; uno insomma che sa marciare, smontare un fucile e rimontarlo al buio, uno che conosce le regole, tutte le regole per sopravvivere in quel mondo a se che poi, nel caso dei nostri eroi, li porterà in uno dei più terrificanti teatri di guerra mai visti, come apripista in Vietnam...

I temi, nel film, sono vari, e sono sempre quelli che sollevano, i film di guerra; la spersonalizzazione, la violenza, che comunque qui, a tratti, evidenziano anche la profonda fascinazione che l'uomo prova, per la guerra... Terribile avventura, nella quale sprofondare, nella macchina bellica, nella propria compagnia, fino quasi a sparire...


Ci sono molte scene epiche, indiscutibilmente parte della storia del cinema e non solo drammatiche; ne ho qui messe solo alcune, molto indicative, con parte dell'addestramento e di quella scena allucinante con la "marcia di topololino"; ed una scena, dei combattimenti a Hue, tra le poche scene sul Vietnam, con ambientazione urbana...

 

Chiudo con una chicca sul Sergente Hartman (si noti il Sergente con la maiuscola, mio timore reverenziale). R. Lee Ermey è stato un vero sergente dei Marines.

Inizialmente aveva il ruolo di dirigere l'attore che avrebbe dovuto strigliare i soldati, ma Kubrick lo scritturò dopo aver visto una videocassetta in cui urlava insulti ed oscenità a dei soldati per 15 minuti di fila.

Venne scelto anche per il suo caratteraccio: Ermey si lamentò che gli attori-soldati erano troppo rammolliti, e quando Kubrick non lo ascoltò urlò: "Alzati in piedi quando ti parlo!", e il regista immediatamente obbedì.

Quell'episodio convinse Kubrik che la parte di Ermey nel ruolo di Hartman, era sua !!!

Frasi dal film...

Dio ci si arrapa con i marines. Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei marines e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma!
La religione, del Sergente Hartman

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