venerdì 6 febbraio 2015

Una storia vera di amicizia: i ragazzi della Bottiglia (1989-1999)

Per riprendere, quel vecchio filo interroto, ripubblico, un vecchio post pubblicato altrove, nei primi mesi del 2009; un post, che sono riuscito a salvare da questi anni, di  ire e cancellazioni...


Tanti anni fa, passavo tassativamente l’estate da una mia zia che viveva in un paesino sull’appenino umbro-marchigiano…
Un paesino, Visso, dove vive ancora un piccolo pezzettino di me.

Ci ho passato le estati da ragazzino e, si sa, si creano in quegli anni delle amicizie bellissime.
Alcuni erano ragazzini del posto, altri, come me, si ritrovavano in vacanza dalle apprensive zie o nonne; nel giardinetto del paese prima, nella piazza poi...

Croce di Bove * 1985
Gli anni passarono, come per tutto e tutti, eppure, ogni estate ci rincontravamo come se ci fossimo lasciati un istante prima, solo sempre più grandi, con la costante fratellanza ma esigenze diverse… 

Cominciammo così a uscire la sera, con tanto mi maglioncino, in un posto che, rispetto alla città, offriva ai parenti maggiori garanzie di serenità.
Fantasticavamo all’ombra dei contrafforti e delle torri di Visso ma, soprattutto sotto alle montagne. E, alla fine, cominciammo a scorrazzarci su quelle montagne.

Fu così che facemmo le prime escursioni da soli, e ogni anno, la smania di tornare cresceva…
Anche l’amicizia si consolidò, perché faticare insieme, mette a dura prova le persone e l’amicizia stessa; fu un banco di prova per i nostri legami, che ne uscirono rafforzati e all'amicizia si aggiunsero legami di mutuo soccorso, di condivisione di fatica e di emozioni, naturalmente quelle che solo la montagna sa darti...

La montagna ci fece sempre più forti e fratelli.
Andando avanti con gli anni, verso la fine dell’adolescenza, capimmo però che ci sarebbe presto cambiata la vita; forse, ipotizzammo, non avremmo più fatto le nostre mitiche escursioni, forse sarebbero anche apparse le differenze sociali tra di noi, cresciuti fin da "mocciolosi" ragazzini insieme, eppure provenienti da luoghi e famiglie tanto differenti… 

No, ci dicevamo, la nostra amicizia non finirà mai. 
E continuammo così anche nell’88 con delle escursioni memorabili, con albe e tramonti mozzafiato e con le prime tendine comprate con i pochi risparmi che, a quell’età (quell’età di allora), riuscivi a racimolare.

Ma più le estati passavano, più comprendevamo quanto il rischio, fosse una quasi certezza. 
1988, Creste del Redentore


La stessa coperta di stelle, per chi di noi viveva in città, era già una parentesi estiva.
Le stelle, la luna, il sole e le montagne erano le nostre scoperte più clamorose, dopo la forza pura della nostra amicizia sempre così vivida, leale, forte.

Qualche cartolina militare e qualcuno che proprio all’università non pensava, ci diedero, forse, la sveglia. Cominciammo a capire che la nostra amicizia, e non solo, erano a rischio. 
Presto saremmo cambiati, presto saremmo diventati adulti e ci saremmo vaccinati da qualunque romanticismo, forse; sentivamo fosse inevitabile ed imminente questo cambiamento, anzi, incombente!

Fu così che ci venne un’idea, quella di sigillare in qualche modo la nostra amicizia. 

Così, nel settembre del 1989, salimmo su una montagna, e seppellimmo una bottiglia con alcuni messaggi; facemmo anche giuramento solenne di tornarci dieci anni dopo, per riprenderla. 

L’idea era semplice, oggi saliamo sui monti, su questi monti e tutti insieme; giuriamo di rifarlo, almeno una volta ogni dieci anni.

Ci ispirammo al film "Fandango", un film dove alcuni ragazzi, fanno ragionamenti simili. Una banda di ragazzi che sa che presto cambierà, anche perché qualcuno andrà in Vietnam, fa un lungo viaggio ripercorrendo quello stesso viaggio fatto anni prima; un viaggio per riprendere DOM, la bottiglia, il suggello di quella loro unione tra diversi, ma tra fratelli d’infanzia e di cuore…

Per noi doveva essere lo stesso, un giuramento di amicizia, e forse anche quello di non cambiare mai… 

Nei fatti poi, la vita ci ha travolto tutti; chi operario e chi dirigente, chi benestante e chi meno, e soprattutto chi a vivere in una metropoli, e chi ancora al paesello.
Le distanze di spazio e tempo, oggi mi sembrano enormi.
Fu una iniziativa per cautelare la nostra amicizia, il nostro modo di essere e vivere la natura; ma, col senno del poi, avevamo ragione.

Oggi siamo diversi, è nella natura delle cose. 
Oggi siamo lontani, e forse anche questo è naturale. 

Considero con molto affetto e rispetto quei ragazzi che siamo stati, oggi ancor di più.

A settembre del 1999, non senza difficoltà, ho rintracciato tutti quanti, siamo ritornati lassù (con grande fatica rispetto all’89) e abbiamo disseppellito la bottiglia (DOM).

E’ stata una delle più grandi emozioni della mia vita.
In montagna non si scherza mai, soprattutto a settembre, ma alla fine la ritrovammo dopo ore di fatica e sotto 30 centimetri di terra, per dieci anni immobile ricordo da noi stessi posto.

Nella buchetta, ne abbiamo messa un’altra, ora tutti adulti, ci siamo potuti permettere un buon whisky, invecchiato, guarda caso, dieci anni.

Il brindisi fu simile a quello del film che ci ha ispirato: “a ciò che siamo, a ciò che siamo stati, a ciò che saremo…”

Poche emozioni sono state per me così nitide, chiare, cristalline; perché ho risposto al me stesso di dieci anni prima, quello mi ha costretto, a salire di nuovo sulla montagna ed a brindare, e non solo per la memoria, ma pure per il futuro.

Oggi penso sia stato un giuramento verso noi stessi, quello che facciamo tutti da ragazzi, credo: se proprio dobbiamo cambiare, giuriamo di non cambiare troppo. 

E questo quando hai realizzato nei sentimenti e nel condividerli, che hai una ricchezza nell’interiorità e nella comunanza che nessuno ti potrà mai togliere; forse possiamo dimenticare, ma mai perdere quello che siamo stati e che siamo nel profondo. 

Siamo esseri sociali, sempre soli, ma sempre bisognosi dell’altro; noi lo abbiamo ammesso da bambini, e ce lo siamo ricordato da grandi.

La festa successiva fu bellissima e ci ricordò la sregolatezza dei vent’anni; ma già c’era chi aveva famiglia, chi l’attività, chi due cellulari chi tre… 

E pensare che ci bastava un plaid e una chitarra all’epoca per toccare il cielo con un dito.

Ma sempre esseri sociali siamo; possiamo fingere di stare bene da soli a costruire questo o quel castello; alla fine abbiamo bisogno di credere nei buoni sentimenti, nell’amicizia vera…

Il 2009 si avvicina inesorabile; e noi ci siamo allontanati ancora di più.

Rifletto meglio ora, lo faccio spesso nel ripensare a questa storia.
Eravamo dei puri, dei piccoli grandi capaci di sentimenti altissimi quanto veri, ma sapevamo quello che sarebbe poi successo. 

Passavamo le nottate a guardare le stelle, noi, piccoli cuori tremanti, pieni di sane buone e giuste ambizioni ci accontentavamo di quelle montagne e del calore reciproco fatto di sincerità, di vicinanza, di amore fraterno. 

Uno di noi, già ha lasciato questo mondo, gli altri sono al paese o chissà dove; il più vicino è a venti chilometri, ma forse siamo oramai troppo lontani, forse... 

Non so cosa farò nel 2009, non so se richiamarli e ricercarli o lasciar cadere l’anello e andare da solo su quella montagna. 
E’ una questione sempre aperta nel mio cuore. 

So che sono cambiato e di brutto, so che forse quello che ritenevo intoccabile, dentro, ha ceduto il passo alla durezza, all’età e alle responsabilità che comporta. 
Saremo sempre bambini dentro, ma quanto di questi sentimenti sono solo nostalgia ?! 

E quanta è la vera insaziabile sete di amicizia, di onestà, di fraternità; chissà !!!

Credo che alla fine cederò alla voglia di rivederli tutti insieme, sicuro. 

Sono certo che, nonostante le distanze siderali, tutti noi ricordiamo tanti preziosi momenti, tante piccole e grandi gioie, panorami, fuochi, sorrisi e parole…

Abbiamo giurato su sentimenti e passioni divine, le stelle e le nostre amate montagne ci sono testimoni eterni; oggi però, siamo solo degli uomini.“a ciò che siamo, a ciò che siamo stati, a ciò che saremo…”

SEGUE 1999-2009

1 commento:

  1. In realtà, poi, li ho richiamati e, pochi mesi dopo aver scritto questo, verso fine settembre del 2009, scrissi il seguito, che pubblicherò più avanti...
    Chissà, se nel 2019, avremo ancora la volontà, di risalire lassù.
    Se nessuno mi contatterà, io, comunque, ci andrò.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...